

La città di Ouazzane è situata nel nordovest del Marocco, fra le colline del pre-Rif e la pianura agricola del Gharb a sud dell’oued Loukkous a un’altitudine di 614 metri. Come tramandato anche dal patrimonio orale non trascritto, la storia narra che la fondazione della città di Ouazzane risale all’epoca romana e sembra che il suo nome derivi da quello di Ouzinus, erede al trono di uno degli imperatori romani.Secondo Abdallah ben Attayab Al Ouazzani, autore del manoscritto Arraoud Al mounif, fu in questa città che il conquistatore dell'Africa del Nord e dell'Andalusia, Moussa Ibn Noussair, fece costruire nell’VIII secolo, in occasione del suo passaggio nella regione, il minareto della grande moschea cittadina.
La storia più recente ci fornisce informazioni sullo sviluppo della città, che nel XVII secolo si è estesa sopra il sito che porta il nome di J’bel Arrayhane (il monte dei mirti). Il discendente di Idriss II, Moulay Abdallah Chrif fondò qui la Zawiya Ouezzaniya. Egli era maestro sufi e decano della confraternita della Zawiya di Ouazzane e predicava e insegnava i principi dell’Islam secondo Attariqa Al Jazouliya.Fin dalla sua fondazione, la città di Ouazzane è stata meta di pellegrinaggi di moltitudini di visitatori. Inoltre, nel corso delle varie dispute politiche che hanno caratterizzato la storia del Marocco fra il XVI e il XVII secolo, questa città santa si è conquistata una notorietà grazie al suo potere di mediazione. In effetti, i Chrif della Zawiya svolgevano il ruolo di mediatori ed erano molto stimati. La loro confraternita è sempre stata tenuta al di fuori dei giochi di potere dei sovrani che hanno governato il Marocco. Inoltre, Ouazzane era luogo d’asilo e di rifugio per gli oppositori politici che chiedevano protezione, da cui il nome di Dar Addmana, che significa luogo di protezione, di sicurezza, di fiducia, altro appellativo dato a questa città.
La popolazioneDalla sua fondazione, la città di Ouazzane è stata popolata da tre comunità che hanno sempre coabitato in armonia:- gli Jbala i cui discendenti Ghumara emigrarono dalla regione di Souss, nel sud del Marocco, verso la regione di Ouazzane, mentre il resto della popolazione Jabli è di origine Masmouda, Rhouna, Ghzaoua e Beni Mestara. A seguito dell’esodo dalle campagne, gli Jbala costituiscono attualmente la maggioranza degli abitanti della città; - le grandi famiglie dei Chrif Ouezzani che per la maggior parte sono discendenti di Moulay Abdallah Chrif; - gli ebrei invitati a trasferirsi da Moulay Tayeb Ouezzani per dar vita alle attività artigianali in grado di rispondere ai bisogni degli abitanti della città.
All’epoca, si contavano oltre 5 000 artigiani organizzati in corporazioni dei mestieri che rendevano la città uno dei maggiori centri artigiani di tutto il Marocco. Le attività artigianali sviluppate erano le seguenti:
la concia delle pelli. Questa attività risale al XIV secolo. Le concerie erano organizzate come quelle della città di Fez ed erano dotate di vasche di ammollo, vasche di tintura e vasche di risciacquo delle pellila falegnameria. A parte i lavori di falegnameria ed ebanisteria, esistevano anche delle produzioni artigianali molto diversificate per la fabbricazione e la lavorazione al tornio di sgabelli, arcolai, fusi, pipe (sebsis), rosari islamici (tasbih), flauti (ghyta), ecceterala ceramica. Molto rudimentale e a carattere rurale, è simile alla ceramica del Rif, realizzata secondo la tecnica a colombino. I prodotti ottenuti sono per lo più utensili ad uso domestico-la tessitura. La città aveva anche una corporazione di tessitori specializzati nella tessitura su telaio a basso liccio, il cui prodotto, molto noto, non è altro che il famoso tessuto kharqa ouezzaniya. Questo tessuto era talmente rinomato da essere oggetto di maldestre imitazioni in altre parti del Marocco, tanto che il dipartimento delle arti indigene fu costretto, ai tempi del protettorato, a istituire un marchio di Stato per preservare, tutelare e garantire l’autenticità e la qualità di questa stoffa.
Tradizione La tessitura della stoffa di Ouazzane Al kharqa Al ouezzaniya è un’attività esclusivamente maschile. La tessitura è preceduta dalle varie fasi di produzione del filato, spesso caratterizzate da riti ben precisi: i tessitori hanno infatti le proprie abitudini per quanto concerne i giorni e gli orari di lavoro. Un tempo i tessitori erano riuniti in associazioni, dette corporazioni; secondo il diritto canonico della corporazione dei tessitori, la settimana lavorativa iniziava di giovedì, e oggi è ancora così. L’artigiano dedica questa prima giornata di lavoro alla ricerca del filo da utilizzare, che acquista presso il Suk Laghzal, mercato specializzato nella vendita della lana, che viene commercializzata in velli da lavorare o già filata.
Il venerdì, che è il giorno di riposo, l’artigiano dedica metà della giornata a preparare e sistemare le bobine di filo e i rocchetti, e l’altra metà alla manutenzione degli strumenti del suo laboratorio. I restanti giorni della settimana sono riservati alla produzione vera e propria. L’artigiano comincia a tessere alle 6 del mattino e termina verso le 14 il primo scampolo, per dedicarsi poi alla pulizia e ai ritocchi per la presentazione dell’opera. Verso le 16 si dirige quindi al Suk Alhayk , dove tutti gli artigiani vendono i loro prodotti.
Poco prima della preghiera Salat Al Âsr, i banditori e gli artigiani recitano un versetto del Corano, la sura Al fatiha, e può quindi avere inizio la vendita alle grida, detta Adlala. La vendita all’asta non comincia con una base d’asta fissa, poiché i prezzi variano a seconda della domanda e dell’offerta. Tuttavia, quando vengono messe all’asta le stoffe degli artigiani noti per la loro destrezza e la qualità del lavoro e delle matiere prime, spesso i prezzi d'inizio sono fissati su importi più o meno convenuti.Ogni giorno viene venduta tutta la produzione degli artigiani; oltre ai commercianti di passaggio, i commercianti del luogo che hanno dei negozi nel Suk Alhayk acquistano la quasi totalità delle stoffe messe all’asta. I commercianti costituiscono delle scorte per i mesi che vanno da aprile a ottobre, periodo dell’anno in cui la domanda è elevata. Il banditore Adalal presenta la stoffa, precisando il nome del tessitore ai vari commercianti del suk che quindi propongono un prezzo; la pezza è aggiudicata quindi al miglior offerente.