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Ceramica

  • Esplicito omaggio all'amore per il decoro, il piatto Devozione ben rappresenta il virtuosismo dell'artigiano nel declinare e adattare suggestioni che arrivano dalla tessitura, dal ricamo e dalla filigrana alle forme ceramiche sapientemente modellate.

  • Vaso in ceramica smaltata con forma plastica e cromie cangianti. Modellato a mano, l’oggetto è caratterizzato da una decorazione a rilievo che riproduce un corallo rosso e conchiglie. Il sapiente utilizzo cromatico degli smalti, acquosi e brillanti, accentuano sofisticate suggestioni marine.

  • Riporta il motivo della pavoncella rielaborato con sintesi di segno il grande vassoi da portata in ceramica bianca decorata con vivace policromia. Appartiene alla Linea Tradizionale caratterizzata da motivi tramandati, connotativi della produzione del laboratorio artigianale.

  • L'elegante forma quadrata con bordo a falda larga del vassoio in cotto smaltato, è decorata con la pavoncella stilizzata ripresa e reinterpretata dalla tradizione decorativa locale, eseguita artigianalmente con tecnica a graffito e colorato con tocchi delicati di pennello nei toni del ve

  • I piatti in ceramica smaltata con sobria decorazione grafica in bianco, nero e grigio, hanno la forma e la struttura solida del vasellame realizzato al tornio.

Il settore

La lavorazione della ceramica nel territorio isolano è testimoniata fin dal Neolitico con caratteristiche distintive che evolvono nel periodo nuragico. Le produzioni fittili del Neolitico interpretano la forma femminile, rotondeggiante anche nelle produzioni di vasellame, rappresentazione della Dea madre. Nella ceramica nuragica la figura è asciutta e stilizzata ed esprime la forza della guerra.
 
Nei periodi che seguono, la consistente circolazione di ceramiche importate, legate alle diverse culture che interagiscono con la Sardegna, rende difficile definire quale fosse la produzione locale, produzione che acquista con certezza espressione autonoma nell’età moderna, perdurando con caratteristiche stilistiche e con procedure tecniche quasi inalterate fino a tempi recenti.
 
La lavorazione è la terracotta, che può essere ingobbiata ed invetriata. Le forme sono poche e funzionali eseguite al tornio: le brocche, marigas, i recipienti, sciveddas, i tegami, pingiadas, i fiaschi, frascus, le ciottole, discus, e alcuni tipi di bricchi e versatori.
 
Il contesto è rurale, di sussistenza agreste e pastorale. Sono oggetti che supportano le attività quotidiane, il trasporto e alla conservazione dell’acqua, la panificazione, la preparazione dei dolci e dei cibi. Eppure non sfuggono agli abbellimenti e alle caratterizzazioni espressive. Le versioni festive appartengono ai giorni solenni, alla ricorrenza, al rito, sono lustro nel corredo. Vengono elaborate dai figuli più capaci, grafite e decorate con aggiunte plastiche, con motivi vegetali e con figure di santi e altri simboli religiosi e benauguranti.
 
Queste produzioni che appartengono alla cultura materiale locale, insieme alle produzioni di altri settori artigianali come la tessitura, l’oreficeria, l’intaglio e la cestineria, custodiscono un linguaggio segreto, intimo e suggestivo.