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Ceramica

  • Le eleganti forme delle bottiglie nero opaco con il lungo collo in rosso brillante sono decorate con il disegno grafico dei cerchi concentrici ripreso delle espressioni simboliche della civiltà nuragica.

  • Servizio da caffè in ceramica, caratterizzato dalla forma irregolare e volutamente imprecisa degli elementi. Composto da piccole tazzine con piattini, caffettiera e zuccheriera, può essere personalizzato e realizzato nel numero richiesto.

  • Nella superficie smaltata bianco candido del grande e scenografico piatto in ceramica, è finemente graffita, lasciando emergere il caldo colore della terracotta, la decorazione centrale delle pavoncelle, interpretazione personalizzata dell'antico simbolo dell'iconografia tradizionale sar

  • Coro, è il prezioso elemento decorativo ispirato agli amuleti reliquiari della tradizione popolare locale che custodivano al loro interno preziosi broccati ed altri piccoli oggetti cari.

  • La figure del guerriero a cavallo, distintiva della produzione artistica di Franco Scassellati, prende ispirazione dall'arcaica cultura nuragica, espressa con dinamica soluzione stilistica e sofisticata tecnica scultorea.

Il settore

La lavorazione della ceramica nel territorio isolano è testimoniata fin dal Neolitico con caratteristiche distintive che evolvono nel periodo nuragico. Le produzioni fittili del Neolitico interpretano la forma femminile, rotondeggiante anche nelle produzioni di vasellame, rappresentazione della Dea madre. Nella ceramica nuragica la figura è asciutta e stilizzata ed esprime la forza della guerra.
 
Nei periodi che seguono, la consistente circolazione di ceramiche importate, legate alle diverse culture che interagiscono con la Sardegna, rende difficile definire quale fosse la produzione locale, produzione che acquista con certezza espressione autonoma nell’età moderna, perdurando con caratteristiche stilistiche e con procedure tecniche quasi inalterate fino a tempi recenti.
 
La lavorazione è la terracotta, che può essere ingobbiata ed invetriata. Le forme sono poche e funzionali eseguite al tornio: le brocche, marigas, i recipienti, sciveddas, i tegami, pingiadas, i fiaschi, frascus, le ciottole, discus, e alcuni tipi di bricchi e versatori.
 
Il contesto è rurale, di sussistenza agreste e pastorale. Sono oggetti che supportano le attività quotidiane, il trasporto e alla conservazione dell’acqua, la panificazione, la preparazione dei dolci e dei cibi. Eppure non sfuggono agli abbellimenti e alle caratterizzazioni espressive. Le versioni festive appartengono ai giorni solenni, alla ricorrenza, al rito, sono lustro nel corredo. Vengono elaborate dai figuli più capaci, grafite e decorate con aggiunte plastiche, con motivi vegetali e con figure di santi e altri simboli religiosi e benauguranti.
 
Queste produzioni che appartengono alla cultura materiale locale, insieme alle produzioni di altri settori artigianali come la tessitura, l’oreficeria, l’intaglio e la cestineria, custodiscono un linguaggio segreto, intimo e suggestivo.