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Ceramica

  • La sedia, simbolo archetipo di ospitalità, è interpretata dai tre ceramisti di Terrapintada con segno differente in pregiate soluzioni stilistiche che si combinano tra loro come riassunto di un progetto di grande espressività.

  • L’accostamento di numerose spirali compone la decorazione del pregiato piatto in ceramica, caratterizzato dalla forma sinuosa irregolare e dalla superfice invetriata in azzurro vibrato. Realizzato artigianalmente è frutto di un sensibile percorso creativo che ne determina la sua unicità.

  • Piatto in ceramica decorato a mano, caratterizzato dalla decorazione ispirata al mondo marino realizzata con l’antica tecnica della graffitura su smalto bianco che mette in risaltto attraverso ampie campiture, le sfumature aranciate dell’argilla.

  • L’elegante forma e l’originale motivo a losanghe policrome della base lampada s’ispirano e riprendono la cupola della chiesa di San Michele, riccamente decorata con mattonelle colorate e simbolo della città di Alghero.

  • Le linee Tori appartengono alla collezione nata dalla studio della figura archetipica del Dio Toro, inteso come forza vitale che anima e feconda la terra, esplicito richiamo agli elementi figurativi presenti nelle necropoli sarde del periodo prenuragico.

Il settore

La lavorazione della ceramica nel territorio isolano è testimoniata fin dal Neolitico con caratteristiche distintive che evolvono nel periodo nuragico. Le produzioni fittili del Neolitico interpretano la forma femminile, rotondeggiante anche nelle produzioni di vasellame, rappresentazione della Dea madre. Nella ceramica nuragica la figura è asciutta e stilizzata ed esprime la forza della guerra.
 
Nei periodi che seguono, la consistente circolazione di ceramiche importate, legate alle diverse culture che interagiscono con la Sardegna, rende difficile definire quale fosse la produzione locale, produzione che acquista con certezza espressione autonoma nell’età moderna, perdurando con caratteristiche stilistiche e con procedure tecniche quasi inalterate fino a tempi recenti.
 
La lavorazione è la terracotta, che può essere ingobbiata ed invetriata. Le forme sono poche e funzionali eseguite al tornio: le brocche, marigas, i recipienti, sciveddas, i tegami, pingiadas, i fiaschi, frascus, le ciottole, discus, e alcuni tipi di bricchi e versatori.
 
Il contesto è rurale, di sussistenza agreste e pastorale. Sono oggetti che supportano le attività quotidiane, il trasporto e alla conservazione dell’acqua, la panificazione, la preparazione dei dolci e dei cibi. Eppure non sfuggono agli abbellimenti e alle caratterizzazioni espressive. Le versioni festive appartengono ai giorni solenni, alla ricorrenza, al rito, sono lustro nel corredo. Vengono elaborate dai figuli più capaci, grafite e decorate con aggiunte plastiche, con motivi vegetali e con figure di santi e altri simboli religiosi e benauguranti.
 
Queste produzioni che appartengono alla cultura materiale locale, insieme alle produzioni di altri settori artigianali come la tessitura, l’oreficeria, l’intaglio e la cestineria, custodiscono un linguaggio segreto, intimo e suggestivo.